I PUMS e il loro stato di attuazione nelle Città Metropolitane

Introdotti dal D.lgs. 16 dicembre 2016, n. 257 , i PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) sono una evoluzione dei Piani Urbani della Mobilità (art. 22 della Legge 340/2000), e sono piani strategici che si basano sugli strumenti di pianificazione esistenti integrandoli per soddisfare, in un arco temporale lungo (10 anni), la richiesta di mobilità di persone e cose, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città.

Inizialmente, con il D.M. 4 agosto 2017, era stato stabilito l’obbligo di predisposizione e adozione del PUMS per le città metropolitane, le province, i comuni e le associazioni di comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, pena il mancato accesso ai finanziamenti statali destinati a nuovi interventi per il trasporto rapido di massa. Successivamente il D.M. 326/2019 ha chiarito che tale obbligo riguarda anche i Comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti non ricompresi nei territori di Città Metropolitane, (mentre per quelli ricompresi la condizione si ritiene assolta qualora sia stato adottato il PUMS metropolitano), e che l’obbligo di redigere il PUMS non si riferisce alle province. L’adozione del PUMS, comunque, rimane elemento premiante per ottenere finanziamenti dedicati al trasporto di massa e alla mobilità ciclistica.

Dopo precedenti proroghe, con Decreto ministeriale n. 444 del 12/11/2021 il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili ha portato la scadenza al 1° gennaio 2023.
Il Decreto modifica anche l’articolo 1, comma 2, del D.M. 4 agosto 2017, n. 397, che individua le linee guida per i piani urbani di mobilità sostenibile, che ora recita: “Le risorse statali stanziate a decorrere dal 1° gennaio 2023 per i nuovi interventi per il trasporto rapido di massa e la mobilità ciclistica non possono essere assegnate a città metropolitane e comuni superiori ai 100.000 abitanti che non abbiano adottato il Piano urbano di mobilità sostenibile. Per i comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti ricompresi nel territorio di città metropolitane e per i comuni capoluogo di città metropolitane la condizione suddetta si ritiene assolta qualora sia stato adottato il Piano urbano di mobilità sostenibile della città metropolitana.”

Il 14 ottobre 2022 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato il Vademecum per la redazione del PUMS.
Il Vademecum pone particolare attenzione alla formazione del gruppo di lavoro per la stesura del PUMS, che deve essere costituito da soggetti interni ed esterni all’amministrazione. A tal fine, l’amministrazione deve innanzitutto analizzare le proprie competenze interne. Tale analisi è funzionale in primis a identificare tutti i soggetti interni da coinvolgere in quanto settori dell’amministrazione interessati all’elaborazione del piano in senso stretto (es. urbanistica, mobilità, ambiente, turismo, polizia municipale, attività economiche, ufficio di bilancio, ecc.) e in grado di supportare la partecipazione di cittadini e stakeholder (es. comunicazione, ecc.).
Una particolare attenzione, anche nel vademecum, merita la figura del Mobility Manager d’area, prevista per i comuni delle città metropolitane, i comuni capoluogo di regione e di provincia e per i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti qualora nel proprio territorio siano presenti aziende tenute ad adottare il Piano spostamenti casa lavoro, ovvero aziende con più di 100 dipendenti.
Il Vademecum presenta poi una serie di indirizzi operativi per la sua redazione a partire dai passi procedurali previsti dalle Linee guida italiane stabilite dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del n° 397 4 agosto 2017 recante “Individuazione delle linee guida per i piani urbani di mobilità sostenibile, ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257” (poi aggiornato con Decreto n° 396 del 28 agosto 2019) ed, in particolare, dall’Allegato 1 intitolato “Procedure per la redazione ed approvazione del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile”.

 

Le città Metropolitane di Bologna, Genova, Firenze e Torino hanno approvato il proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
I rispettivi Comuni capoluogo hanno “delegato” la pianificazione (come previsto da normativa) tramite il relativo Piano alle Città Metropolitane ma hanno contribuito con studi e contributi relativi al proprio territorio e successivamente ne hanno condiviso i contenuti.

Anche Milano, nel 2021, ha approvato il proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della Città Metropolitana e alcuni anni prima il PUMS del Comune Capoluogo.

Il Comune capoluogo di Roma ha approvato il proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile nel 2022 e, nello stesso anno, è stato adottato il PUMS della Città Metropolitana.

Venezia ha adottato il PUMS Metropolitano nel 2022 mentre ha approvato nel 2019 la documentazione preliminare, funzionale alla VAS del PUMS della città di Venezia.

Le città di Bari, Cagliari, Messina, Napoli e Reggio Calabria hanno adottato sia il PUMS della Città Metropolitana che quello del Comune capoluogo.

Catania ha adottato il PUMS Metropolitano.

Solo Palermo, che ha adottato il PUMS del Comune capoluogo ha ancora in corso la redazione del PUMS della Città Metropolitana.

 

Documenti

Vademecum per la redazione dei PUMS

Stato dell’arte della redazione dei PUMS tra Comune capoluogo e Città Metropolitana 

Fonte Dati: 6° RAPPORTO MOBILITARIA 2023, Metropoli Strategica ANCI – 2023, Osservatorio PUMS – Novembre 2023 e AdG da incontri tematici con i Comuni Capoluogo nel 2023

Riferimenti web PUMS

RMS (Regioni Meno Sviluppate)

RT (Regioni in Transizione)

RS (Regioni Sviluppate)