Punti di forza e punti di debolezza della smartness delle città metropolitane
Ogni città metropolitana ha i suoi punti di forza e di debolezza e le sue peculiarità: se a Bologna iniziano a vedersi le prime iniziative di sensoristica, con una buona diffusione di lampioni intelligenti e di videosorveglianza, Torino è caratterizzata dalla presenza di diverse iniziative in ambito smart government, come servizi di pagamento on-line dei tributi locali, servizi anagrafici via web, procedure edilizie. A Napoli, Milano, Firenze e Genova si riscontrano diverse iniziative in ambito smart mobility, in particolare sul trasporto pubblico (travel planner), sulla mobilità alternativa (car sharing e bike sharing e mobilità elettrica o ciclabile). Bari e Milano hanno come punto di forza le reti di telecomunicazione (banda larga fissa) ed infine Roma e Venezia, come intuibile, ottengono buoni punteggi nei servizi per i turisti.
Rispetto al tema della qualità della vita le città metropolitane si distribuiscono in particolare su tre cluster:
- quelle del Centro-Nord, inclusa Cagliari, si posizionano tutte nel quadrante delle città Smart e vivibili;
- le città metropolitane del Sud, in particolare quelle di Sicilia e Calabria, sono invece nel cluster delle città più in ritardo.
- Tra le città del Sud si distinguono però Napoli e Bari che, grazie ai servizi ed alle tecnologie introdotte sul territorio negli ultimi anni, rappresentano un esempio a livello nazionale delle città del riscatto Smart.
Tuttavia si riscontra, tra le città più in ritardo, un tentativo di introdurre innovazione per i cittadini e migliorare la vivibilità della città anche attraverso le nuove tecnologie. È quindi possibile misurare il “riscatto smart” delle città (e cioè il ricorso ai servizi digitali, al wi-fi, al car e bike sharing, all’efficienza energetica, ecc. come mezzo per cercare di migliorare il benessere dei cittadini e la vivibilità della città). A tal fine è interessante correlare il posizionamento delle città nello Smart City Index e nella classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore. Tutte le città metropolitane mostrano un certo grado di “riscatto smart”, e cioè un miglioramento di punteggio passando dalla Qualità della Vita allo Smart City Index.
Tra le città che si riscattano maggiormente troviamo Torino, Napoli e Bari, città che hanno investito molte energie sul tema della smart city e dell’agenda digitale urbana.
Il confronto tra la media dei punteggi delle 14 città metropolitane e quello di tutti i comuni capoluogo (media Italia) nei quattro strati e nei due ambiti aggiuntivi di analisi, consente di evidenziare ancora una volta che le città metropolitane sono state le prime ad intraprendere un percorso di trasformazione verso la Smart City.
Analizzando più in dettaglio lo strato delle infrastrutture, si riscontra che i punti di forza delle città metropolitane risiedono in particolare nelle infrastrutture di trasporto ed in quelle per la connettività; gli investimenti degli operatori delle telecomunicazioni per la banda larga e degli operatori di sharing cominciano dalle città più popolose, le città di dimensioni maggiori richiedono infatti delle infrastrutture di trasporto più “ricche” rispetto al resto delle città italiane.
In linea con la media nazionale e leggermente in ritardo rispetto alla media Italia sono invece le reti energetiche (in particolare modo per quanto riguarda l’illuminazione pubblica) e le reti ambientali (idriche e fognarie in primis) che, al crescere della dimensione del territorio, richiedono investimenti sempre più importanti in termini di innovazione e manutenzione.
Il focus sui diversi ambiti dello strato relativo alle applicazioni ed ai servizi mostra, per le città metropolitane, una situazione non uniforme.
Le città metropolitane risultano decisamente avanti in quelle aree dove gli interventi sono generalmente gestiti dal Comune (Smart Government, Smart Mobility e Smart Culture&Travel), mentre il livello di sviluppo è minore dove questo dipende dalla Regione o dal Governo.
Per quanto riguarda lo Smart Health, l’elevato numero di aziende sanitarie private o classificate e assimilate influisce in negativo sul punteggio della città metropolitana, dal momento che queste non sempre aderiscono puntualmente alle piattaforme di servizi realizzate a livello regionale.
Infine, il livello di innovazione delle scuole dipende dalle iniziative del MIUR, il quale fino ad ora ha distribuito gli investimenti sul territorio e non proporzionalmente al numero delle scuole presenti nelle città.
Molte città del Sud hanno investito sulle infrastrutture e sulla sensorisitca, mentre risultano più carenti sulle piattaforme, sui servizi, sulla multicanalità, e sulla capacità di pianificazione.
Il dettaglio sulle infrastrutture mostra come le città del centro nord abbiano concentrato i propri sforzi in interventi dedicati alla mobilità sostenibile ed alle reti ambientali, in particolare quelle dedicate alla raccolta dei rifiuti.
Sul fronte reti energetiche, grazie alla presenza di un operatore nazionale la situazione risulta più equilibrata. Le infrastrutture di trasporto, in particolare quelle relative al Trasporto Pubblico Locale, risultano arretrate soprattutto per le città del Sud.
Nelle città del Sud per via delle condizioni climatiche non è necessario installare reti di teleriscaldamento, questa tipologia di intervento è stata considerata anche per loro in quanto si tratta di una infrastruttura utile per realizzare nuovi cavidotti della quale beneficiano quindi anche altre tipologie di reti.
Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica, le città del Sud hanno beneficiato di maggiori finanziamenti europei per l’efficientamento energetico, che rende questa area l’unica in cui le performance sono superiori a quelle delle città del Nord. Sulle reti ambientali resta un distacco abbastanza netto Sud-Nord, a beneficio delle città del Nord-Italia.
A differenza delle infrastrutture, dove la situazione è molto più uniforme, nei servizi le città mostrano punteggi molto variegati in funzione del singolo ambito considerato. Le città del Centro-Nord mostrano una diffusione di servizi sanitari, di e-government, di mobilità e turistici molto più elevata rispetto a quella delle città del Sud.
Per converso, nella Smart Education si riscontra una maggiore diffusione delle innovazioni nelle città del Sud, ed in particolare nelle città della Sardegna, sulle quali ha impatto la tempistica di assegnazione dei finanziamenti legati al Piano Nazionale Scuola digitale, finanziato con fondi europei e quindi assegnati in via prioritaria a regioni del Sud. In generale, nella Smart Education, si riscontra un ritardo delle grandi città rispetto a quelle di minori dimensioni.