Descrizione dell'intervento
Il territorio romano è caratterizzato dalla presenza di 8 Campi Rom attrezzati, da 11 Campi spontanei ex Ordinanza n. 80/96 e da numerosi insediamenti abusivi. Negli anni il disagio abitativo è andato aumentando fino a mutarlo da conseguenza a presupposto e causa della marginalità spaziale e dell'esclusione sociale per coloro che vivono in questo contesto.
La Strategia Nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti 2012-2020, approvata in attuazione della Comunicazione della Commissione Europea n. 173/2011chiede da tempo un superamento del sistema dei Campi “nell'usuale e consueta accezione di grandi, eterogenei e mutevoli insediamenti di persone, spesso prive di qualsivoglia parentela e affinità, costrette a convivere forzatamente in aree ai margini dei centri urbani, in conciliazioni di forte degrado sociale".
In coerenza con la Strategia Nazionale e al fine di uscire dalla logica emergenziale che favorisce il permanere di condizioni di disagio e marginalità, la città di Roma ha adottato specifici indirizzi per la promozione della costruzione di processi condivisi, di strategie e di azioni che conducano al superamento della logica del vivere nei Campi, attraverso la promozione, la costruzione e la realizzazione di percorsi - individuali e di gruppo - d'inclusione e di integrazione sociale.
Il Comune di Roma per facilitare il raggiungimento di quanto prefissato ha istituito con Ordinanza n. 102/2017 l’Ufficio di Scopo denominato “Ufficio Speciale Rom Sinti e Caminanti”. L’Ufficio ha il compito di attuare un raccordo operativo con le strutture capitoline e le sue articolazioni municipali per giungere ad un coordinamento strategico degli interventi e delle attività previste nel Piano Rom.
Il progetto da attuarsi nell’ambito del PON Metro intende sostenere percorsi relativi alla fuoriuscita della popolazione Rom che accetta di abbandonare i Campi e partecipa attivamente ai percorsi di accompagnamento all’occupazione e alla casa.
Si intende pertanto costruire un percorso integrato che conduca alla definitiva chiusura dei Campi, con l’attivazione di sinergie istituzionali e di una co-progettazione tra diverse strutture, che possano garantire la realizzazione di azioni che conducano in tempi stabiliti a immettere i Rom in percorsi specifici di trasformazione e alla creazione di “procedure relazionali” e connessioni che possano essere replicabili e diffuse in altri territori.
In questo senso strumento strategico diventa il Patto di Responsabilità Solidale che dovrà essere sottoscritto dai componenti maggiorenni di ogni singolo nucleo familiare.
Il Patto dovrà contenere le indicazioni relative al nucleo, il percorso con la declinazione di tutte le attività da espletarsi nelle diverse fasi, le responsabilità assunte da ciascun sottoscrittore, con la costruzione di percorsi flessibili, determinati da regole, valori e principi, ma aperti e personalizzabili.
La sperimentazione si avvierà su due Campi presenti nel territorio romano - Barbuta e Monachina - con misure sistematiche e non emergenziali, volte al raggiungimento di una progressiva integrazione e inclusione sociale in vista della chiusura definitiva, sulla base di progettualità innovative rispetto agli stereotipi che relegano le stesse comunità ai margini della società.
La sperimentazione delle azioni di inclusione nei due campi “La Barbuta” e “La Monachina” è stata approvata con deliberazione della Giunta Capitolina n. 105 del 26 maggio 2017 e risponde alla Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom Sinti, Camminanti.
Il progetto pertanto costituisce un importante tassello nell’attuazione della più ampia strategia del Piano di indirizzo di Roma Capitale per l'inclusione delle popolazioni RSC.
Target di riferimento
1. Villaggio de “La Barbuta” ubicato in Via Ciampino, 63 dove risultano 505 presenze di origine prevalentemente bosniache e macedoni.
2. Insediamento de “La Monachina” ubicato sullo svincolo all’altezza del 13 Km della Via Aurelia, dove risultano 113 presenze di origine prevalentemente bosniaca.
Si stima che circa un 10% dei Rom presenti nei campi deciderà di sottoscrivere il Patto di Responsabilità Solidale e di partecipare attivamente ai percorsi di accompagnamento all’occupazione e alla casa.
Il progetto si articola su azioni specifiche basate sulla co-progettazione e sulla partecipazione attiva dei Rom sin dall’avvio della costruzione dei percorsi di inclusione.
In particolare il Piano delle attività prevede:
1) MAPPATURA DELLE RISORSE:
1.1 mappatura del capitale sociale, competenze, organizzazione e bisogni di ogni campo;
1.2 preparazione del piano di azioni ed identificazione delle potenziali attività economiche e dei luoghi, persone, istituzioni ed organizzazioni coinvolte nel piano;
1.3 preparazione di un piano di sviluppo dettagliato per ogni insediamento e su come possano venire realizzati gli obiettivi di sviluppo, da chi, ed entro quali limiti di tempo;
1.4 confronto con gli stakeholder coinvolti sul piano di azioni, sulla metodologia per lo sviluppo della programmazione, sui risultati appresi ma anche sui rischi, le sfide e le soluzioni possibili;
1.5 monitoraggio e valutazione sulla determinazione dell’impatto sulla popolazione beneficiaria;
1. 6 disseminazione e comunicazione al pubblico del progetto e dei suoi risultati.
2) AZIONI PER L’INCLUSIONE LAVORATIVA:
2.1) organizzazione di corsi di formazione finalizzati alla creazione e la conduzione in autonomia di piccole realtà imprenditoriali di livello locale.
2.2) creazione di relazioni fattive con il tessuto produttivo delle aree interessate e di quelle immediatamente limitrofe al fine di sostenere nella pratica l’inclusione lavorativa (ad esempio attraverso attività di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro, partendo da una mappatura dell’esistente).
2.3) integrazione della formazione proposta anche con alcuni moduli individuali;
2.4) attivazione di tirocini formativi per i primi ingressi nel mondo del lavoro e per gli individui più giovani
2.5) attivazione di interventi economici che possano sostenere l’avvio di piccole realtà imprenditoriali o di quanto necessario per avviare percorsi di inclusione lavorativa (es. acquisizione della licenza di guida, acquisto veicolo, pratiche per l’acquisizione di licenze ecc…).
3) AZIONI PER L’INCLUSIONE ABITATIVA:
3.1) Reperimento attraverso il mercato immobiliare privato di abitazioni per i beneficiari in possesso delle condizioni minime economiche a sostenere le relative spese;
3.2) Supporto motivazionale e materiale alle famiglie più capaci nella ricerca autonoma di soluzioni abitative (per es. incontri con i proprietari, verifica degli atti e del rispetto delle norme di sicurezza, di abitabilità ecc.), intese anche come area rurale adeguata su cui insediare nuclei familiari allargati e per l’eventuale iter necessario all'acquisto;
3.3) Reperimento di alloggi attraverso l’Associazionismo o altre forme similari per i nuclei in situazione di particolare fragilità, non in grado di permettersi nel breve periodo le altre soluzioni possibili.
In particolare, l’ambito di intervento relativo all’abitazione è finalizzato ad aumentare l'accesso ad un ampio ventaglio di soluzioni abitative per i RSC, in un’ottica partecipata di superamento definitivo di logiche emergenziali e di grandi insediamenti e nel rispetto delle opportunità locali, dell’unità familiare e di una strategia fondata sull'equa dislocazione.
4) MONITORAGGIO
In linea con le indicazioni della Commissione Europea sia per l’utilizzo degli strumenti SIE che per la valutazione di politiche e progetti dedicati a RSC, le attività di monitoraggio e valutazione saranno basate sulla determinazione dell’impatto sulla popolazione beneficiaria.
Il monitoraggio dovrà dunque documentare i risultati in termini di deliverables (output) ed in termini di impatto (outcomes) provvedendo ad utilizzare per questo fine un repertorio degli indicatori che registri progressi nei processi e nell’impatto.
Data la complessità dell’azione e il suo carattere sperimentale, il sistema di monitoraggio e valutazione dovrà essere realizzato consentendo la valutazione d’impatto ex ante, in fieri ed ex post ed affidato ad un organismo terzo, tramite procedura ad evidenza pubblica.
RM3.2.1.c - Interventi per il superamento dei campi e l’inclusione della popolazione rom, sinti e caminanti: Contributi economici
1) Contributi per l’inclusione lavorativa
Per favorire la promozione dei diritti di cittadinanza e di inserimento sociale e partendo da una accurata mappatura delle potenzialità, capacità e competenze presenti in ognuno dei due campi, si è ritenuto opportuno sostenere l’inclusione lavorativa attraverso il riconoscimento di contributi per un massimo di 5.000 euro per favorire:
a) la partecipazione a corsi di formazione finalizzati alla creazione in autonomia di piccole realtà imprenditoriali di livello locale;
b) la partecipazione a corsi di formazione finalizzati al potenziamento delle competenze individuali per favorire l’inserimento in attività commerciali, in cooperative e altre realtà occupazionali;
c) la partecipazione a corsi di eccellenza per l’acquisizione di titoli e competenze spendibili nel tessuto produttivo;
d) la partecipazione a stage/tirocini che possano far acquisire competenze specifiche operative e relazionali spendibili nel mondo del lavoro;
e) l’attivazione di tirocini formativi per i primi ingressi nel mondo del lavoro.
2) Contributi per l’inclusione abitativa
Una volta individuati i singoli/nuclei familiari disposti ad iniziare un percorso di inclusione abitativa con la definizione condivisa delle esigenze e della sostenibilità degli intendimenti che ciascun singolo/nucleo intende perseguire, si definisce la possibilità di erogare un contributo per facilitare l’housing, tenendo conto dell’eterogeneità dei beneficiari e della coerenza con i patti sottoscritti.
Nel caso di reperimento attraverso il libero mercato immobiliare privato di abitazioni per i beneficiari in possesso delle condizioni minime economiche per sostenerne le relative spese, la delibera della Giunta Comunale n.70 prevede la possibilità di corrispondere il contributo per l’inclusione abitativa direttamente ai proprietari degli immobili locati, sulla base di una procedura amministrativa- contabile concordata con la ragioneria generale, a fronte della sottoscrizione e registrazione di un regolare contratto di locazione tra le parti (proprietario e beneficiario del contributo per l’inclusione abitativa).
E’ prevista la compartecipazione alle spese per l’abitazione, fino ad una somma mensile massima di € 800 per singolo/nucleo familiare, per un periodo non superiore a due anni, per far fronte alle seguenti necessità:
1. pagamento di una parte del canone di locazione, con graduale assunzione del totale onere a carico del nucleo interessato, in relazione al contratto di locazione di una civile abitazione, regolarmente stipulato e prodotto dallo stesso beneficiario, secondo un piano finanziario allegato al Patto e sottoscritto dal beneficiario medesimo;
2. pagamento delle spese relative ai ratei di condominio per l’abitazione familiare, con graduale assunzione dell'intero onere a carico del richiedente, secondo un piano finanziario allegato al Patto e sottoscritto dal beneficiario stesso;
3. erogazione di una somma “una tantum” non superiore all’ammontare del deposito cauzionale, laddove richiesto nel contratto di locazione di un immobile destinato a civile abitazione, il cui preliminare, sottoscritto dal locatore e dal beneficiario, deve essere prodotto dal beneficiario;
4. pagamento delle utenze relative alla conduzione dell’immobile quali: bollette per le utenze elettriche, idriche, gas e TARI.
La Strategia Nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti 2012-2020, approvata in attuazione della Comunicazione della Commissione Europea n. 173/2011chiede da tempo un superamento del sistema dei Campi “nell'usuale e consueta accezione di grandi, eterogenei e mutevoli insediamenti di persone, spesso prive di qualsivoglia parentela e affinità, costrette a convivere forzatamente in aree ai margini dei centri urbani, in conciliazioni di forte degrado sociale".
In coerenza con la Strategia Nazionale e al fine di uscire dalla logica emergenziale che favorisce il permanere di condizioni di disagio e marginalità, la città di Roma ha adottato specifici indirizzi per la promozione della costruzione di processi condivisi, di strategie e di azioni che conducano al superamento della logica del vivere nei Campi, attraverso la promozione, la costruzione e la realizzazione di percorsi - individuali e di gruppo - d'inclusione e di integrazione sociale.
Il Comune di Roma per facilitare il raggiungimento di quanto prefissato ha istituito con Ordinanza n. 102/2017 l’Ufficio di Scopo denominato “Ufficio Speciale Rom Sinti e Caminanti”. L’Ufficio ha il compito di attuare un raccordo operativo con le strutture capitoline e le sue articolazioni municipali per giungere ad un coordinamento strategico degli interventi e delle attività previste nel Piano Rom.
Il progetto da attuarsi nell’ambito del PON Metro intende sostenere percorsi relativi alla fuoriuscita della popolazione Rom che accetta di abbandonare i Campi e partecipa attivamente ai percorsi di accompagnamento all’occupazione e alla casa.
Si intende pertanto costruire un percorso integrato che conduca alla definitiva chiusura dei Campi, con l’attivazione di sinergie istituzionali e di una co-progettazione tra diverse strutture, che possano garantire la realizzazione di azioni che conducano in tempi stabiliti a immettere i Rom in percorsi specifici di trasformazione e alla creazione di “procedure relazionali” e connessioni che possano essere replicabili e diffuse in altri territori.
In questo senso strumento strategico diventa il Patto di Responsabilità Solidale che dovrà essere sottoscritto dai componenti maggiorenni di ogni singolo nucleo familiare.
Il Patto dovrà contenere le indicazioni relative al nucleo, il percorso con la declinazione di tutte le attività da espletarsi nelle diverse fasi, le responsabilità assunte da ciascun sottoscrittore, con la costruzione di percorsi flessibili, determinati da regole, valori e principi, ma aperti e personalizzabili.
La sperimentazione si avvierà su due Campi presenti nel territorio romano - Barbuta e Monachina - con misure sistematiche e non emergenziali, volte al raggiungimento di una progressiva integrazione e inclusione sociale in vista della chiusura definitiva, sulla base di progettualità innovative rispetto agli stereotipi che relegano le stesse comunità ai margini della società.
La sperimentazione delle azioni di inclusione nei due campi “La Barbuta” e “La Monachina” è stata approvata con deliberazione della Giunta Capitolina n. 105 del 26 maggio 2017 e risponde alla Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom Sinti, Camminanti.
Il progetto pertanto costituisce un importante tassello nell’attuazione della più ampia strategia del Piano di indirizzo di Roma Capitale per l'inclusione delle popolazioni RSC.
Target di riferimento
1. Villaggio de “La Barbuta” ubicato in Via Ciampino, 63 dove risultano 505 presenze di origine prevalentemente bosniache e macedoni.
2. Insediamento de “La Monachina” ubicato sullo svincolo all’altezza del 13 Km della Via Aurelia, dove risultano 113 presenze di origine prevalentemente bosniaca.
Si stima che circa un 10% dei Rom presenti nei campi deciderà di sottoscrivere il Patto di Responsabilità Solidale e di partecipare attivamente ai percorsi di accompagnamento all’occupazione e alla casa.
Il progetto si articola su azioni specifiche basate sulla co-progettazione e sulla partecipazione attiva dei Rom sin dall’avvio della costruzione dei percorsi di inclusione.
In particolare il Piano delle attività prevede:
1) MAPPATURA DELLE RISORSE:
1.1 mappatura del capitale sociale, competenze, organizzazione e bisogni di ogni campo;
1.2 preparazione del piano di azioni ed identificazione delle potenziali attività economiche e dei luoghi, persone, istituzioni ed organizzazioni coinvolte nel piano;
1.3 preparazione di un piano di sviluppo dettagliato per ogni insediamento e su come possano venire realizzati gli obiettivi di sviluppo, da chi, ed entro quali limiti di tempo;
1.4 confronto con gli stakeholder coinvolti sul piano di azioni, sulla metodologia per lo sviluppo della programmazione, sui risultati appresi ma anche sui rischi, le sfide e le soluzioni possibili;
1.5 monitoraggio e valutazione sulla determinazione dell’impatto sulla popolazione beneficiaria;
1. 6 disseminazione e comunicazione al pubblico del progetto e dei suoi risultati.
2) AZIONI PER L’INCLUSIONE LAVORATIVA:
2.1) organizzazione di corsi di formazione finalizzati alla creazione e la conduzione in autonomia di piccole realtà imprenditoriali di livello locale.
2.2) creazione di relazioni fattive con il tessuto produttivo delle aree interessate e di quelle immediatamente limitrofe al fine di sostenere nella pratica l’inclusione lavorativa (ad esempio attraverso attività di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro, partendo da una mappatura dell’esistente).
2.3) integrazione della formazione proposta anche con alcuni moduli individuali;
2.4) attivazione di tirocini formativi per i primi ingressi nel mondo del lavoro e per gli individui più giovani
2.5) attivazione di interventi economici che possano sostenere l’avvio di piccole realtà imprenditoriali o di quanto necessario per avviare percorsi di inclusione lavorativa (es. acquisizione della licenza di guida, acquisto veicolo, pratiche per l’acquisizione di licenze ecc…).
3) AZIONI PER L’INCLUSIONE ABITATIVA:
3.1) Reperimento attraverso il mercato immobiliare privato di abitazioni per i beneficiari in possesso delle condizioni minime economiche a sostenere le relative spese;
3.2) Supporto motivazionale e materiale alle famiglie più capaci nella ricerca autonoma di soluzioni abitative (per es. incontri con i proprietari, verifica degli atti e del rispetto delle norme di sicurezza, di abitabilità ecc.), intese anche come area rurale adeguata su cui insediare nuclei familiari allargati e per l’eventuale iter necessario all'acquisto;
3.3) Reperimento di alloggi attraverso l’Associazionismo o altre forme similari per i nuclei in situazione di particolare fragilità, non in grado di permettersi nel breve periodo le altre soluzioni possibili.
In particolare, l’ambito di intervento relativo all’abitazione è finalizzato ad aumentare l'accesso ad un ampio ventaglio di soluzioni abitative per i RSC, in un’ottica partecipata di superamento definitivo di logiche emergenziali e di grandi insediamenti e nel rispetto delle opportunità locali, dell’unità familiare e di una strategia fondata sull'equa dislocazione.
4) MONITORAGGIO
In linea con le indicazioni della Commissione Europea sia per l’utilizzo degli strumenti SIE che per la valutazione di politiche e progetti dedicati a RSC, le attività di monitoraggio e valutazione saranno basate sulla determinazione dell’impatto sulla popolazione beneficiaria.
Il monitoraggio dovrà dunque documentare i risultati in termini di deliverables (output) ed in termini di impatto (outcomes) provvedendo ad utilizzare per questo fine un repertorio degli indicatori che registri progressi nei processi e nell’impatto.
Data la complessità dell’azione e il suo carattere sperimentale, il sistema di monitoraggio e valutazione dovrà essere realizzato consentendo la valutazione d’impatto ex ante, in fieri ed ex post ed affidato ad un organismo terzo, tramite procedura ad evidenza pubblica.
RM3.2.1.c - Interventi per il superamento dei campi e l’inclusione della popolazione rom, sinti e caminanti: Contributi economici
1) Contributi per l’inclusione lavorativa
Per favorire la promozione dei diritti di cittadinanza e di inserimento sociale e partendo da una accurata mappatura delle potenzialità, capacità e competenze presenti in ognuno dei due campi, si è ritenuto opportuno sostenere l’inclusione lavorativa attraverso il riconoscimento di contributi per un massimo di 5.000 euro per favorire:
a) la partecipazione a corsi di formazione finalizzati alla creazione in autonomia di piccole realtà imprenditoriali di livello locale;
b) la partecipazione a corsi di formazione finalizzati al potenziamento delle competenze individuali per favorire l’inserimento in attività commerciali, in cooperative e altre realtà occupazionali;
c) la partecipazione a corsi di eccellenza per l’acquisizione di titoli e competenze spendibili nel tessuto produttivo;
d) la partecipazione a stage/tirocini che possano far acquisire competenze specifiche operative e relazionali spendibili nel mondo del lavoro;
e) l’attivazione di tirocini formativi per i primi ingressi nel mondo del lavoro.
2) Contributi per l’inclusione abitativa
Una volta individuati i singoli/nuclei familiari disposti ad iniziare un percorso di inclusione abitativa con la definizione condivisa delle esigenze e della sostenibilità degli intendimenti che ciascun singolo/nucleo intende perseguire, si definisce la possibilità di erogare un contributo per facilitare l’housing, tenendo conto dell’eterogeneità dei beneficiari e della coerenza con i patti sottoscritti.
Nel caso di reperimento attraverso il libero mercato immobiliare privato di abitazioni per i beneficiari in possesso delle condizioni minime economiche per sostenerne le relative spese, la delibera della Giunta Comunale n.70 prevede la possibilità di corrispondere il contributo per l’inclusione abitativa direttamente ai proprietari degli immobili locati, sulla base di una procedura amministrativa- contabile concordata con la ragioneria generale, a fronte della sottoscrizione e registrazione di un regolare contratto di locazione tra le parti (proprietario e beneficiario del contributo per l’inclusione abitativa).
E’ prevista la compartecipazione alle spese per l’abitazione, fino ad una somma mensile massima di € 800 per singolo/nucleo familiare, per un periodo non superiore a due anni, per far fronte alle seguenti necessità:
1. pagamento di una parte del canone di locazione, con graduale assunzione del totale onere a carico del nucleo interessato, in relazione al contratto di locazione di una civile abitazione, regolarmente stipulato e prodotto dallo stesso beneficiario, secondo un piano finanziario allegato al Patto e sottoscritto dal beneficiario medesimo;
2. pagamento delle spese relative ai ratei di condominio per l’abitazione familiare, con graduale assunzione dell'intero onere a carico del richiedente, secondo un piano finanziario allegato al Patto e sottoscritto dal beneficiario stesso;
3. erogazione di una somma “una tantum” non superiore all’ammontare del deposito cauzionale, laddove richiesto nel contratto di locazione di un immobile destinato a civile abitazione, il cui preliminare, sottoscritto dal locatore e dal beneficiario, deve essere prodotto dal beneficiario;
4. pagamento delle utenze relative alla conduzione dell’immobile quali: bollette per le utenze elettriche, idriche, gas e TARI.
Città
Codice Progetto
RM3.2.1.a
Ambito
Azione
Soggetto attuatore
Roma Capitale
Codice Unico Progetto - CUP
R.U.P.
Gianna Rita Zagaria
Data inizio
01-04-2017
Data fine
01-03-2020
Avanzamento finanziario
Importo Programmato
€ 2.088.960,47
Importo Ammesso A Finanziamento
€ 3.545.167,40
Importo Giuridicamente Vincolante
€ 2.090.294,23
Importo Erogato
€ 2.087.170,47
Photogallery
Foto non disponibili
Documentazione
Documenti non disponibili