Agenda Urbana
L’Agenda Urbana Nazionale è un documento che individua i temi fondamentali di sviluppo nel quale vengono individuate le priorità a sostegno delle Città che riguardano in particolare la povertà, la segregazione spaziale e sociale, il cambiamento demografico e l’utilizzo delle energie rinnovabili. La Commissione Europea invita ciascun paese membro a dotarsi di una “ambiziosa Agenda Urbana” che vede le città direttamente coinvolte nelle strategie di sviluppo.
La centralità della dimensione urbana nella politica di coesione 2014-2020 è testimoniata dallo stanziamento di almeno il 5% delle risorse del FESR alle aree urbane con azioni Integrate per lo Sviluppo Urbano Sostenibile.
Attraverso l’approvazione del Patto di Amsterdam, il documento che istituisce l’Agenda Urbana dell’Unione Europea, sono individuati i temi fondamentali di sviluppo in una tempistica di azione a fine 2017. Sono 12 i temi dell’Agenda Urbana dell’UE: 1) Inclusione dei migranti e dei rifugiati, 2) qualità dell’aria; 3) povertà urbana, 4) housing, 5) economia circolare, 6) adattamento ai cambiamenti climatici, 7) transizione energetica, 8) mobilità urbana, 9) transizione digitale, 10) acquisti pubblici, 11) lavori e competenza nell’economia locale, 12) uso sostenibile del terreno e soluzioni eco-based.
Il Programma Operativo Nazionale dedicato alle “Città metropolitane” risponde a molteplici esigenze e a sollecitazioni dei percorsi di policy europea e nazionale tra cui:
- la centralità delle Città nell’agenda europea di sviluppo sostenibile e coesione sociale, sostenuta dal Parlamento Europeo, dal Comitato delle Regioni e dalla Commissione europea;
- la concentrazione nelle grandi aree urbane di questioni urgenti di sviluppo e coesione;
- il disegno di riforma costituzionale e amministrativa per l’istituzione delle Città metropolitane che assegna un ruolo sempre più importante ai Sindaci dei grandi Comuni;
- l’esigenza di rafforzare il ruolo delle istituzioni di governo urbano come soggetti chiave delle strategie di investimento e del dialogo interistituzionale.
La principale motivazione sottesa all’attivazione di un’iniziativa di respiro nazionale dedicata alle aree metropolitane, risiede nella possibilità di affrontare congiuntamente e in modo coordinato alcune delle sfide territoriali che interessano tali contesti territoriali.
Il PON Metro si focalizza esclusivamente sui primi due driver previsti per l’Agenda urbana nazionale per i fondi comunitari 2014-2020, non intervenendo quindi nei campi di azione dell’OT3 “Competitività delle imprese”, dell’OT5 “Clima e rischi ambientali” e dell’OT6 “Tutela dell’ambiente”, che saranno oggetto dell’Agenda urbana dei Programmi Operativi Regionali. Secondo l’impostazione condivisa con le Regioni, il Programma nazionale non concorre direttamente alla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali o di mera riqualificazione urbana. Sono anche esclusi dagli obiettivi del PON interventi attinenti all’estensione della banda ultra-larga e delle smartgrid, che troveranno nei Programmi regionali o in altre iniziative nazionali la loro possibile fonte di programmazione e copertura finanziaria.
I risultati attesi previsti discendono dall’Obiettivo Tematico 2 “Agenda digitale”, dall’Obiettivo Tematico 4 “Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori” e dell’Obiettivo Tematico 9 “Inclusione sociale, attraverso l’applicazione di un paradigma Smart City che disegna e modernizza i servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città. L’applicazione di soluzioni “intelligenti” costituisce, infatti, un ambito unificante delle questioni che le diverse Città si trovano ad affrontare e, insieme, caratterizzante la responsabilità primaria di governo urbano.
Inoltre, ferma restando l’esigenza di focalizzazione comune, il Programma intende dare un segnale di attenzione speciale alla questione della coesione interna delle Città, favorendo interventi nella manutenzione dell’infrastruttura sociale di base soprattutto laddove vi siano forti concentrazioni di discriminazione e bisogni sociali, promuovendo quindi la Social Innovation per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragile e per le aree e quartieri disagiati.
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