L’inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva, e migliorare l’occupabilità.
L’integrazione socioeconomica delle comunità emarginate quali i Rom.
La promozione dell’imprenditoria sociale e dell’inserimento professionale nelle imprese sociali e dell’economia sociale e solidale per facilitare l’accesso al lavoro.
Azioni integrate di contrasto alla povertà abitativa
Per contribuire al perseguimento dell’Obiettivo specifico 3.1, il Programma prevede una strategia integrata che sarà sviluppata in stretta sinergia con l’Asse 4 (FESR) e con il PON Inclusione e i Programmi operativi regionali FSE. L’Azione sostiene la realizzazione di interventi multi-dimensionali e integrati d’inclusione attiva strutturati secondo il paradigma “Housing First” e rivolti ad individui e nuclei familiari con l’attivazione di un percorso per l’inserimento lavorativo, sociale, educativo e sanitario dedicato al superamento progressivo delle cause della povertà abitativa e la contestuale attivazione di un percorso di accompagnamento all’abitare (in tal senso è da intendersi come “azione rivolta agli individui”).
Percorsi di accompagnamento alla casa per le comunità emarginate
In analogia con la metodologia e gli strumenti descritti per l’Azione 3.1.1, questa azione sostiene interventi integrati dedicati a individui e nuclei familiari appartenenti alle comunità Rom, Sinti e Camminanti (RSC) e finalizzate all’accompagnamento all’abitare e alla piena integrazione nella comunità più ampia di residenti, nella prospettiva di una progressiva riduzione del numero di famiglie presenti nei campi. Le attività del Programma si affiancano alle azioni di sistema del PON Inclusione (che si focalizza sull’organizzazione del partenariato e i relativi protocolli territoriali) e agli interventi dei Programmi regionali, rispetto ai quali il PON METRO si differenzia perché interviene solo su individui e nuclei familiari che accettano di abbandonare i campi spontanei e partecipano a percorsi di accompagnamento alla casa (laddove i POR possono svolgere attività di inserimento lavorativo, scolastico lavorativo, sociale, educativo e sanitario su individui ancora residenti nei campi). Per conseguire le finalità descritte, le Amministrazioni comunali definiscono e implementano percorsi integrati e multidimensionali rivolti a singoli nuclei familiari e individui, che a seconda del fabbisogno specifico comprendono attività di inserimento scolastico dei minori, percorsi di inserimento lavorativo e auto-imprenditorialità (ad esempio attraverso l’emersione e regolarizzazione delle attività lavorative tradizionalmente svolte dalle comunità RSC), accompagnamento nell’accesso ai servizi sociali e sanitari, accompagnamento e supporto legale per la regolarizzazione della situazione documentale e di cittadinanza, insieme ad attività di sensibilizzazione sulla cittadinanza (ad esempio gli altri inquilini dell’edificio in cui i partecipanti andranno a risiedere) per prevenire e contrastare fenomeni discriminatori e favorire l’integrazione. L’Azione concorre alla realizzazione di strategie integrate di azione locale in stretta sinergia con gli interventi dell’Asse 4-FESR che sostengono la realizzazione/adattamento di alloggi, per consentire la disponibilità di alloggi in cui ospitare i partecipanti.
Servizi a bassa soglia per l’inclusione dei senza dimora o assimilati (stranieri in emergenza abitativa estrema)
Questa azione sostiene l’attivazione, dove non presenti, e il rafforzamento della rete di servizi a bassa soglia e di pronto intervento sociale dedicati agli individui senza dimora (ad es. dormitori, mense, servizi igienici e docce pubbliche, prima accoglienza sanitaria, supporto psicologico), anche grazie al sostegno integrato dell’Asse 4-FESR per le componenti strutturali (ristrutturazioni, acquisizione di forniture, ecc.) nell’ambito di strategie integrate di azione locale. Per sostenere gli individui senza dimora, l’azione interviene in sinergia con il PON Inclusione, che realizza attività di sistema, come la definizione di linee guida di livello nazionale e l’organizzazione del partenariato istituzionale e socioeconomico, e percorsi integrati di accompagnamento all’abitare (ma non concorre all’attivazione di servizi a bassa soglia e di pronto intervento sociale, riservati al PON METRO). Inoltre, l’azione opera in sinergia con il PO FEAD, che è esclusivamente dedicato alla fornitura di cibo e beni di prima necessità per indigenti. In questo quadro, oltre al valore che hanno di per sé garantendo protezione agli individui presi in carico, i servizi a bassa soglia e di pronto intervento sociale realizzati dalla presente azione servono per individuare quei soggetti della marginalità estrema non ancora intercettati dai servizi sociali, in maniera da poterli condurre verso percorsi di sostegno a lungo termine. Il rafforzamento della rete di servizi a bassa soglia e di pronto intervento con il FSE può dunque comprendere varie attività progettuali fra cui -ad esempio- le azioni di messa a sistema fra le varie competenze e i vari uffici in maniera che si possa rispondere con personale qualificato nei centri o nelle micro-strutture di accoglienza aperti proprio dove è maggiore il fenomeno della marginalità, azioni di counseling o tutoraggio personalizzato rispetto alla tipologia di disagio –psichico, giuridico, sanitario– oppure azioni socio-sanitarie di pronto intervento strutturate per accogliere il disagio là dove si emargina, ovvero con unità di strada e servizi di primo soccorso mobile. Le attività progettuali saranno calibrate in base alla tipologia di marginalità che si intende colpire e non in base alle capacità/competenze pregresse delle singole amministrazioni (secondo il paradigma client-driven aproach) con l’ambizione di costruire soglie nazionali per servizi omogenei (da qui la sinergia con le linee guida del PON Inclusione e la necessità di mettere a sistema le competenze e le modalità di lavoro dei vari uffici pubblici, di volta in volta diversi nelle varie realtà metropolitane, con un “approccio di coordinamento e coerenza nazionale”).
Sostegno all’attivazione di nuovi servizi in aree degradate
Contenuto: per conseguire l’obiettivo del miglioramento del tessuto urbano, il Programma utilizza e interpreta il paradigma della c.d. “innovazione sociale” per sostenere l’attivazione a fini inclusivi della società civile e dell’economia sociale nella ricerca di nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfino i bisogni sociali in modo più efficace delle pratiche e dei servizi dell’azione pubblica esistenti e che allo stesso tempo creino nuove relazioni e nuove collaborazioni. In tale quadro, l’Azione promuove lo start-up di nuovi servizi di prossimità e animazione territoriale rivolti ai cittadini di quartieri e aree urbane ad elevata criticità socioeconomica. I servizi di prossimità e animazione da attivare potranno riguardare sia ambiti di intervento direttamente collegati alle attività promosse in relazione alle Azioni 3.1.1, 3.2.1 e 3.2.2, (ad esempio percorsi integrati di inserimento lavorativo per individui svantaggiati), sia l’utilizzo dei servizi digitali sostenuti dall’Asse 1 “Agenda digitale metropolitana” (ad esempio facilitandone l’impiego da parte di persone svantaggiate o di origine straniera) e gli strumenti di infomobilità realizzati attraverso l’Asse 2 “Sostenibilità dei servizi pubblici e della mobilità urbana”, come anche ulteriori ambiti di intervento non direttamente intercettati dal Programma ma che comunque assicurino un miglioramento del tessuto urbano e favoriscano l’accesso di individui svantaggiati (a titolo esemplificativo, in relazione a servizi di cura e assistenza alla persona, orientamento al lavoro e alla formazione, animazione culturale e tecnologica, servizi con finalità pedagogico-educative o sociali, valorizzazione delle risorse ambientali, culturali ed architettoniche del quartiere, ecc.). Al fine di promuovere l’attivazione di nuovi servizi, l’Azione sostiene la definizione e implementazione di percorsi e attività di accompagnamento, coaching e formazione, realizzazione di ipotesi progettuali finalizzati a trasformare reti e progetti embrionali di innovazione sociale in vere e proprie organizzazioni strutturate e in grado di sostenersi nel tempo.