Asse 4 Napoli – Infrastrutture per l’inclusione sociale
L’azione insiste sul tema della rigenerazione urbana, culturale e sociale delle aree marginali della Città con il duplice obiettivo di ricucitura urbana e di riqualificazione sociale ed economica prevista dalle programmazioni in corso (DPRI, PUG, MAP, Piano Sociale di Zona, SISUS, Piano Periferie). Per la definizione e individuazione delle aree bersaglio – operata con Delibera di Giunta Comunale n. 760 del 23.11.2017 – è stato predisposto un esame approfondito delle differenti realtà territoriali della Città sulle quali si intende intervenire, considerando alcuni indicatori basati sul Censimento 2011, rappresentativi dei diversi gradi e situazioni di difficoltà socioeconomica e degrado urbanistico e sociale. In questa ottica si è stratificato e zonizzato il contesto urbano in aree marginali, assumendo come variabili di caratterizzazione la presenza di disoccupati di lunga durata e di cassa integrati, l’intensità di giovani inoccupati, il tasso di alfabetizzazione e la dispersione scolastica, la presenza di famiglie a basso reddito e di anziani con redditi molto bassi, la presenza di fenomeni di microcriminalità e illegalità. Considerando le suddette variabili, sono emersi i seguenti quartieri come aree bersaglio: Santo Spirito (una porzione), Palese-Macchie (una porzione), San Girolamo, Fesca, San Nicola, Japigia, San Paolo, Stanic, Carbonara, Ceglie del Campo, Loseto, Picone (una porzione), San Pasquale (una porzione), Carrassi (una porzione), Murat (una porzione), Madonnella, Poggiofranco (una porzione) e il Libertà. Quest’ultimo, il Libertà, si individua nella strategia locale, come particolare quartiere bersaglio oggetto di interventi, rappresentando con i suoi 60.000 abitanti la “città” più estesa su scala metropolitana e concentrando in sé molte problematiche della Città. Qui sorgono tra gli anni ‘20 e ’30 i blocchi delle case popolari per gli ‘alluvionati’, gli operai e i primi isolati di case d’affitto per studenti. A partire dagli anni ‘70 il Quartiere avvia un processo di mescolamento interno tra classi sociali e morfologie territoriali, problematizzato ulteriormente dai percorsi di gentrificazione avviati durante gli anni ‘80 e ‘90 e dalle ondate migratorie dell’ultimo ventennio (Vlora). E’ qui che si concentra la maggiore numerosità di migranti e di famiglie (il cui 30% è composto da nuclei superiori ai 5 componenti) ed è certamente il più giovanile, considerando che i bambini sino a 9 anni rappresentano quasi il 10% dei residenti (+6% della media cittadina). Non a caso, è proprio nel Libertà che l’Amministrazione ha scelto di concentrare alcune delle riqualificazioni più importanti sullo spazio pubblico finanziate dal Piano nazionale Periferie, servizi chiave del PON Metro come il job centre Porta Futuro Bari presso l’ex Manifattura dei Tabacchi (azione 3.3.1.c) e due dei 5 Hub di innovazione sociale previsti all’interno dell’Asse 4 (Spazio13 e Officina degli Esordi). La strategia di infrastrutturazione sociale della Città di Bari, a valere sull’Asse 4, infatti, su ciascuna area bersaglio, prevede una forte sinergia tra gli interventi fisici di riqualificazione dello spazio pubblico – inteso come opportunità di lavoro e socializzazione – i contenitori pubblici di innovazione e i servizi previsti nell’Asse 3 (Laboratori Cantiere, Urbis, Bari Innovazione Sociale, Rete delle Biblioteche), a comporre un quadro di offerta integrata che possa agire di concerto sulla multidimensionalità del bisogno sociale avvertito sul quartiere. E’ nell’integrazione tra elementi tangibili e intangibili di offerta di prossimità che si creano i presupposti di una rigenerazione urbana che non sia solo intesa in forma fisica ma anche culturale e sociale. ll paradigma della social innovation, ossia del coinvolgimento attivo dei beneficiari nella risposta al bisogno, da questo punto di vista agevola la costruzione di luoghi condivisi che possano essere animati e percepiti come riferimenti e opportunità concrete dalle comunità. La strategia dell’Asse 4 prevede per questo la realizzazione di 15 spazi pubblici di comunità nei singoli quartieri (Giardino Peppino Impastato, Piazza Diaz Ceglie, San Cataldo, Parco per tutti di Via Mazzini, Giardino area Chiesa del Salvatore a Loseto con ulteriori 10 da scegliere con la cittadinanza attraverso un meccanismo di partecipazione civica) e la creazione di 5 hub strategici dell’innovazione sociale (Officina degli Esordi, Spazio13, Accademia de cinema di Enziteto, ex Ostello della Gioventù, Emporio Sociale) che in rete con le biblioteche di quartiere e i servizi previsti sull’Asse 3, possono rappresentare solidi riferimenti nei quartieri e occasioni di apprendimento, lavoro, sperimentazione e networking. Gli immobili pubblici riqualificati dovranno, da un lato rivitalizzare il quartiere sviluppando funzioni di rango in grado di attrarre giovani e soggetti del terzo settore, dall’altro contrastare i fenomeni di marginalità sociale, particolarmente sviluppati in queste zone della città, attraverso interventi volti alla tutela di famiglie disagiate, immigrati, disoccupati, senza fissa dimora ed anziani, coinvolgendo anche le scuole e i servizi sociali del territorio, in particolare le agenzie formative e i Centri di Ascolto per le Famiglie. Un discorso a sé lo merita la struttura dell’ex scuola Socrate che, partendo da un bisogno molto specifico ed emergente qual è l’esigenza abitativa e l’integrazione dei migranti e partendo da una buona pratica di co-gestione delle stesse comunità di un immobile abbandonato da anni, proverà a fornire risposte al tema alloggiativo inter-culturale operando in sinergia e complementarietà con la Casa delle Culture (3.1.1) che attualmente rappresenta un punto di riferimento sul fronte dell’intercultura.