Asse 3 Napoli – Servizi per l’inclusione sociale

Nell’ultimo ventennio la città di Napoli, in linea con le altre città italiane di grandi dimensioni, è stata investita da un processo di interazione sociale che ha generato divari,non solo nella struttura della società locale, ma anche nel modo in cui questa si organizza e si dispone nel tessuto urbano, dando vita a dinamiche insediative che rendono lo spaziourbano socialmente disomogeneo. L’analisi socio-ambientale spaziale, su indicatori di benessere consolidati, mostra anche, però, che è crescente un livello di disagio diffuso nella popolazione residente, in relazione soprattutto alle condizioni di disoccupazione che, ormai, tagliano trasversalmente la città ed il suo tessuto socio-economico.

Come evidenziato in precedenza, le aree di disagio socio-abitativo ed economico sono concentrate:

  • nella parte Est della città (San Giovanni, Barra e Ponticelli – Municipalità 6),
  • nella parte Nord (Secondigliano, Scampia, Miano e Piscinola – Ricadenti nelle Municipalità 7 e 8),
  • nella parte Nord-ovest (Soccavo e Pianura – Municipalità 9),
  • in crescita anche verso il centro della città, nei quartieri di S. Giuseppe, di Montecalvario, Pendino, Mercato, S. Lorenzo e Avvocata – Ricadenti nelle Municipalità 2 e 4.

In queste zone di maggior disagio della città di Napoli, si registrano i seguenti dati:

  • il livello di istruzione risulta abbastanza inferiore alla media: l’incidenza dei laureati, ad esempio, risulta del 5% circa contro il 10% circa dell’intera città.
  • Il divario tra le aree, cosiddette, “agiate” e quelle invece connotabili come “disagiate” si riscontra anche in relazione al titolo di godimento dell’abitazione di residenza. La quota di abitazioni in affitto è notevolmente alta, circa l’87%, in questi quartieri, in contrapposizione invece al 41% circa che si registra nei quartieri “bene” delle città.

Si registra, inoltre, una correlazione inversa tra affitto e le buone condizioni delle abitazioni di residenza, che connota un contesto di “affitto diffuso” delle abitazioni con la difficoltà delle famiglie di migliorarne le caratteristiche e/o di mantenerle in condizioni strutturali adeguate, a causa di condizioni di disoccupazione, accompagnata ad una condizione più generale di povertà che li colloca fuori dal mercato del lavoro “regolare” e dal sistema delle opportunità. Tale condizione riguarda anche la popolazione anziana, fortemente esposta al rischio di povertà e di marginalità sociale per le dinamiche di cambiamento interno alla società e alle famiglie.

Gli interventi che l’Amministrazione intende mettere in campo sono sempre più pensati ed attuati in una logica di programmazione sociale capace di generare un miglioramento complessivo delle condizioni di vita della popolazione, che integra politiche, risorse e strategie d’azione e che agisce sulla prevenzione e non, solo, sull’emergenza. Le finalità sono quelle di contrastare la povertà, soprattutto quella che si presenta in forma estrema o che rischia di diventarlo per l’assenza di risposte strutturate in un sistema di offerta di servizi istituzionali. La povertà è una condizione che si accompagna spesso ad altre condizioni e/o che le può alimentare, come la discriminazione rispetto all’accesso alle opportunità e l’esclusione dal sistema sociale. Nell’ambito delle azioni integrate messe a punto, tali interventi riguarderanno le zone/quartieri sopra evidenziati e che sono caratterizzati da:

  • aumento delle situazioni di povertà e di discriminazione;
  • presenza di popolazione ROM;
  • aumento dei flussi immigratori;
  • diminuzione del livello di occupabilità della popolazione soprattutto giovanile e femminile;
  • condizioni di degrado socio-ambientale particolarmente grave di alcune aree della città;
  • diffuso sistema della criminalità organizzata e del fenomeno della microcriminalità.

Le zone ed i target di riferimento individuati, in questa fase,in linea con la Strategia di Sviluppo Urbano Sostenibile, (SSUS), quali bersaglio delle azioni del PON metro sono:

  • RSC – Gli sforzi saranno concentrati verso le Municipalità 4 – 6 – 8 (Parte est e Nord della Città), sulle quali insiste gravemente il fenomeno;
  • Senza Dimora – Gli interventi di accoglienza che si intendono realizzare, potenziando l’offerta cittadina già in essere e che non riesce ad esaurire la domanda, saranno in prossimità delle aree della città maggiormente colpite da tale problematica. Le aree coincidono con la zona che va da P.zza Carlo III e via Foria (P.zza Cavour) fino alla galleria Principe Umberto, oltre alle zone in prossimità della Stazione Centrale di P.zza Garibaldi. La struttura individuata nella Municipalità n. 4 appare idonea a tale utilizzo;
  • Persone Anziane – L’intervento programmato si concentra nel centro storico della città e rappresenta, da un lato, un importante segnale alla cittadinanza teso a vitalizzare il quartiere Sanità, quartiere storico di Napoli nel quale si addensano dinamiche socio-culturali diverse, dall’altro a fornire risposte ad una domanda sempre più crescente della popolazione anziana rispetto al bisogno di accoglienza residenziale – disagio all’abitare e alla gestione della vita domestica e quotidiana – per anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti, ma in condizione di disagio economico. L’intervento è teso, dunque, anche a limitare il rischio di isolamento, di marginalità, di esclusione sociale e le ricadute negative in termini sia sociali sia economici che sanitari, per l’aggravarsi di sintomatologie e patologie cronico-degenerative legate alla condizione di vecchiaia e che si acutizzano in particolari situazioni di disagio abitativo. L’immobile individuato, di proprietà comunale, risulta adatto a tale intervento;
  • Persone vittime di violenze di genere – L’intervento che si intende realizzare risponde ad una nuova, quanto vecchia, fenomenologia sociale che riguarda il rischio di femminicidio che la città di Napoli sta drammaticamente registrando negli ultimi anni, per l’aumento di casi denunciati alle autorità competente e che richiedono interventi atti alla tutela e alla protezione delle vittime e dei loro figli, dove presenti, con azioni che garantiscono, insieme all’accoglienza residenziale, anche in forma di autogestione dove possibile, attività di consulenza, di orientamento, di supporto in contesti di protezione ed orientati all’autodeterminazione delle vittime. L’intervento sarà realizzato in due Municipalità ad Est e Nord-Ovest della città (Municipalità 6 e 9), dove sono individuati strutture idonee a tali interventi, non legati necessariamente alla presenza di donne che si rivolgono ai Centri Antiviolenza;
  • Nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo, anche temporaneo o in condizione di emergenza– L’intervento intende da una parte recuperare e valorizzare edifici pubblici e dall’altra parte sperimentare forme di assegnazione in cohousing a nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo. Tali interventi rispondono ad una forte emergenza sociale che la città sta vivendo e che è destinata a crescere per la congiuntura economica sfavorevole che espone sempre più famiglie, soprattutto con figli minori, al rischio di marginalità;
  • Immigrati – I dati sulla presenza degli immigrati residenti nella nostra città (Censimento 2011) evidenziano la presenza di una popolazione residente di 31.496 unità con un incremento considerevole rispetto ai dati dell’ultimo censimento. Le Municipalità che registrano una maggiore presenza di immigrati sono la 2 (Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe Porto, Mercato, Pendino), la 4 (Poggioreale, San Lorenzo), la 3 (Stella, San Carlo all’Arena) e la 1 (Chiaia, San Ferdinando, Posillipo). Anche per quanto riguarda la componente precaria dell’immigrazione, ossia i presenti non residenti, si rileva una concentrazione nei quartieri dove è più facile per uno straniero trovare casa: i Quartieri Spagnoli (Municipalità 2), la Sanità (Municipalità 3), piazza Carlo III (Municipalità 4), Secondigliano (Municipalità 7), Pianura (Municipalità 9), San Giovanni, Barra, Ponticelli (Municipalità 6). In riferimento al sesso si nota una presenza più stabile di una componente femminile metropolitana, con alta concentrazione a Napoli, rappresentata in primo luogo dalle operatrici domestiche. In riferimento a tale problematica, gli interventi che si intendono realizzare mirano a garantire una prima accoglienza per poi sviluppare, in presenza di condizioni che lo consentono, percorsi di inclusione sociale;
  • Soggetti in condizioni di disagio sociale ed economico – L’analisi del contesto socio-economico delle Municipalità bersaglio dell’iniziativa – Municipalità 2 – Avvocata, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, S. Giuseppe, Municipalità 3 – Stella San Carlo all’Arena, Municipalità 6 – Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio, Municipalità 7 – Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno, Municipalità 8: Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia, porta senz’altro all’individuazione di alcune forme di marginalizzazione:
  • Emarginazione derivante da inadeguatezza dei servizi e dei percorsi di inclusione sociale: molti cittadini sono esclusi o non accedono con regolarità a percorsi di inclusione sociale;
  • Emarginazione derivante dalle connotazioni di genere: nel mercato del lavoro locale le cittadine che abitano nei quartieri identificati incontrano maggiori difficoltà nella gestione della vita lavorativa e nella fruizione di percorsi di formazione/aggiornamento professionale;
  • Emarginazione derivante da competenze professionali nulle, scarse oppure obsolete: il possesso di competenze specialistiche è ormai un fattore di competitività e condizione essenziale per il mantenimento del posto di lavoro e per spronare o consolidare un approccio alla creazione di impresa;

I principali fattori di discriminazione e marginalizzazione che interessano gli abitanti dei quartieri bersaglio sono:

  • Carenza di servizi personalizzati di supporto alla mobilità sociale e al conseguente sviluppo socio economico delle aree;
  • Limitatezza di una rete di servizi pubblici e privati di welfare generativo che sostenga il gruppo target di cittadini nel processo di innovazione sociale;
  • Permanenza di situazioni di bassa scolarizzazione e dispersione scolastica;
  • Difficoltà per i cittadini più deboli ad affrontare l’identità civica.

Il gruppo target di riferimento, pertanto, sono i cittadini delle tre Municipalità che risultano essere a elevato rischio di esclusione sociale. In particolare, Secondigliano, Pendino e Stella presentano evidenti segnali di debolezza sociale, come elevata disoccupazione e inoccupazione, analfabetismo di ritorno e forte dispersione scolastica, presenza di criminalità conclamata e di racket e usura, allontanamento dalla Pubblica Amministrazione e sfiducia nelle Istituzioni.

  • Soggetti residenti nel quartiere di Scampia – Nella VIII Municipalità, che accorpa i quartieri di Chiaiano, Piscinola-Marianella e Scampia con una Superficie in Km 17,45 e che conta, anagraficamente (dati riferiti al 2008), 93.162 abitanti, si può delineare un profilo sociale che manifesta le problematiche della povertà e della bassa scolarizzazione, della genitorialità precoce, di un alto tasso di dispersione scolastica, carente nelle capacità genitoriali e di cura degli anziani. Si tratta infatti, in maggioranza di una popolazione residente nei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica della cosiddetta 167, la cui configurazione architettonica alimenta non solo l’occultamento di attività illecite e di gruppi dediti alla malavita organizzata, ma non consente facilmente la penetrabilità, soprattutto degli operatori, che a qualsiasi titolo si pongono a sostegno e/o controllo dei nuclei familiari.

Malgrado l’edilizia pubblica, in quest’area della città, sia molto sviluppata, resta aperto il problema dei senza tetto, che, a solo titolo emergenziale, occupano strutture fatiscenti o strutture scolastiche dismesse, poiché, il libero mercato degli affitti e delle vendite immobiliari, impedisce l’autonomia abitativa dei nuclei familiari o delle persone sole a basso reddito oppure con reddito inesistente. La genitorialità precoce colpisce spesso genitori dallo scarso livello di istruzione, che siunisce, in modo deleterio alla immaturità psichica rispetto alla funzione di educatore, legata all’età. Ciò determina l’esistenza di una quota di bambini con scarse opportunità di accudimento nel processo di crescita corporea e di sviluppo psico-affettivo.

Un altro problema, endemico, è dato dalla mancanza di serie e legali prospettive lavorative, rese ancor più esigue dallo scarso livello culturale e di specializzazione, che rallenta, o impedisce fortemente l’immissione nel mercato del lavoro, che rende, soprattutto i giovani, dipendenti dalle risorse della famiglia di origine.

Gli interventi sono collegati in modo sinergico con l’asse 4 “Infrastrutture per l’inclusione sociale”, relativamente alle azioni di riqualificazione e recupero di alloggi di edilizia pubblica e strutture di ospitalità, finalizzate ad ampliare il ventaglio di strumenti utilizzabili per le azioni di accompagnamento e inclusione attiva. Inoltre, sono collegati con l’asse 1 “Agenda digitale metropolitana”, rispetto alla realizzazione di una piattaforma di coordinamento su scala metropolitana delle politiche sociali sul territorio e di una piattaforma informatica per la gestione, l’indirizzo e il controllo di Edilizia Residenziale Pubblica.

 

Le progettualità al momento in corso sono le seguenti:
Attivazione Agenzia Sociale per la casa
Percorsi di autonomia guidata
Comunità a spazi condivisi
A.B.I.T.A.R.E (Accedere al Bisogno Individuale Tramite l’Abitare Responsabile ed Esigibile) in Fiorinda
Semi (di) Autonomia
Percorsi Autonomia Guidata Adulti – Salute Mentale
A.L.I. (Abitare Lavoro Inclusione) Service RSC (Rom Sinti Caminanti)
Unità di strada senza dimora
Accoglienza residenziale a bassa soglia
Percorsi di autonomia guidata per adulti in difficoltà (Lavanderia)
Spazi di Innovazione Sociale – Percorsi di accompagnamento al lavoro
Spazi di Innovazione Sociale – Percorsi di inclusione attiva