Il futuro dell’Europa post 2020

Continua il processo di riflessione sul futuro dell’Europa in attesa della prossima tappa di settembre che prevede il discorso sullo Stato dell’Unione Europea del Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ed il successivo incontro del Consiglio Europeo previsto a Dicembre 2017, nel quale si decideranno le azioni da intraprendere in tempo per l’elezione del Parlamento europeo.

Con la recente pubblicazione del “Documento di Riflessione sul futuro delle Finanze dell’Ue” si ribadisce quanto anticipato già a marzo 2017 con la pubblicazione del Libro Bianco che delinea le principali sfide e opportunità che l’Europa affronterà al 2025: la necessità di concepire nuovamente lo status quo.

Il documento, che ha come oggetto il bilancio UE-27, è l’ultimo dei sei documenti che hanno l’obiettivo di proporre visioni, prospettive e possibili soluzioni post Europa 2020. Il documento in questa logica propone cinque possibili scenari, riassunti in termini di entità, struttura e grado di modifica e modernizzazione del bilancio:

  • Avanti così: l’UE-27 continua ad attuare il suo programma positivo di riforme.
  • Fare di meno insieme: l’UE-27 fa di meno insieme in tutti i settori.
  • Alcuni fanno di più: l’UE-27 consente a gruppi di Stati membri di fare di più insieme in settori specifici.
  • Riprogettazione radicale: l’UE-27 fa di più in alcuni ambiti e meno in altri.
  • Fare molto di più insieme: l’UE-27 decide di fare di più insieme in tutti i settori.

Attualmente il bilancio è sostenuto attraverso tre tipi di risorse: i contributi degli Stati membri sulla base del loro livello di reddito misurato dal reddito nazionale lordo (RNL), i contributi basati sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) che insieme rappresentano circa l’80% del bilancio, e i dazi doganali riscossi alle frontiere.

La sfida innegabile con l’uscita di un contribuente importante come il Regno Unito si traduce in quello che sembra uno slogan pubblicitario: “fare di più con meno”. Le aspettative sono alte specialmente riguardo a nuove emergenze che la cittadinanza europea sente come forti e sensibili: i fattori migratori, la sicurezza interna ed esterna anche a fronte dell’emergenza terrorismo, la lotta al cambiamento climatico, l’impegno umanitario. Gli scenari proposti partono dalla certezza dell’inadeguatezza dell’attuale bilancio, proponendo fotografie e delineando conseguenze possibili per quanto riguarda gli obiettivi, le fonti di finanziamento da cui attingere, il livello della spesa. Il documento comprende anche un approfondimento circa le tendenze di sviluppo di settori chiave come la coesione o l’agricoltura.

Quale sarà la strada definitiva ancora non è possibile saperlo. Si preferirà un’Europa a più velocità anteponendo l’efficienza alla quantità degli interventi? Si sceglierà di proseguire attuando il programma di riforme? Si deciderà per una riprogettazione radicale attraverso una semplificazione del regime attuale? Agire di più in tutti i settori o agire meno? Su questa serie di quesiti continuerà ad animarsi il dibattito nei prossimi mesi, a seguito delle riflessioni stimolate dai documenti che fanno seguito alla pubblicazione del Libro Bianco.

Nei prossimi mesi si terranno una serie di eventi pubblici, tra i quali la Conferenza annuale “Un Bilancio dell’UE incentrato sui risultati”, prevista per il 25 settembre 2017. Al termine di questo iter la Commissione, considerate le reazioni ai documenti, presenterà le proposte per il prossimo quadro finanziario pluriennale intorno alla metà del 2018.