#Milano, riaprono le docce pubbliche in Via Pucci, servizio molto richiesto con 150 accessi al giorno

Inaugurate le docce pubbliche di Via Pucci, verso Parco Sempione, grazie alla realizzazione di un intervento Pon Metro destinato alla riqualificazione e valorizzazione di strutture in grado di offrire servizi rivolti alle persone in stato di bisogno. Attraverso una dotazione finanziaria del valore di 361 mila euro, a valere sull’Asse 4 del Programmo destinato al recupero di infrastrutture e servizi a valenza sociale anche con azioni di manutenzione, adeguamento normativo di componenti edilizie ed impiantistiche esistenti, si è intervenuto presso centri per i disabili, per il lavoro, docce pubbliche, centri di accoglienza stranieri e dedicati all’accoglienza per il piano freddo, spazi donna, residenze sociali per anziani.

La gestione di questo spazio a seguito della ristrutturazione, conta oggi 18 docce maschili e 6 docce femminili, che rendono possibili per i più fragili anche semplici gesti di cura quotidiana. I lavori hanno interessato il rifacimento delle pavimentazioni, dei rivestimenti, degli impianti idrico-sanitari, fognari ed elettrici. Sospeso l’accesso durante la Pandemia per ragioni legate al possibile contagio, il servizio è da qualche mese attivo. È necessario effettuare un tesseramento, completamente gratuito, che può avvenire anche senza presentare i documenti. Il servizio è aperto dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 15:30. È stato anche realizzato uno spazio nursery per mamme con bambini, e un servizio lavanderia munito di lavatrici e asciugatrici, in modo che le persone in difficoltà possano lavare i propri indumenti. È stata introdotta anche una “stanza per l’ascolto”, ovvero uno sportello aperto il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:00 alle 16:00 per poter accompagnare le persone attraverso un percorso di reinserimento sociale. Da quando sono state riaperte le docce si contano 5700 persone che hanno usufruito del tesseramento gratuito.

In un contesto di fragilità sociale una delle principali sfide è rappresentata dalla necessità di sviluppare filiere di servizi di risposta al disagio abitativo capaci di offrire soluzioni coerenti con i bisogni espressi dalle persone, sia quelli più strutturali sia quelli emergenziali e temporanei.

Attraverso il Pon Metro si intende nello specifico promuovere il recupero, la ristrutturazione e l’arredo di strutture nella disponibilità dell’amministrazione, per la continuazione di sperimentazioni di accoglienza temporanea finalizzata allo sviluppo di percorsi verso l’autonomia, a favore di individui e famiglie a grave rischio di emarginazione o in situazione di emergenza abitativa.

Lo scorso anno sono stati 45mila gli accessi nelle docce pubbliche del quartiere Baggio, un servizio richiesto e apprezzato, una media di 3700 persone al mese di cui il 95% uomini. Se il quartiere è differente, l’utenza è la stessa. In Via Pucci si contano circa 150 accessi al giorno, il 15% sono cittadini italiani, il 10% sono donne, un’ utenza complessivamente multietnica.

L’attenzione ai bisogni primari deve essere il punto di partenza di un percorso di reinclusione sociale per accompagnare chi attraversa un momento di difficoltà temporanea o ha una fragilità cronica nel riappropriarsi della propria vita con dignità. In alcuni casi gli utenti non sono solo persone senza dimora: c’è chi, pur avendo una casa, si trova in difficoltà economica e non riesce a pagare le utenze o non ha a disposizione la lavatrice. A ogni accesso viene consegnato un kit con asciugamani usa e getta, sapone, shampoo, set per barba e materiale igienico. All’ingresso è possibile, inoltre, trovare materiale informativo sui luoghi in cui recarsi per avere un pasto, dormire, curarsi, avere un primo accesso ai servizi sociali o sanitari. Le docce pubbliche di via Pucci e di via Anselmo da Baggio sono cogestite insieme alla cooperativa Detto Fatto del Consorzio Farsi Prossimo che da molti anni collabora alla realizzazione di questo tipo di servizi e, contemporaneamente, favorisce l’inserimento lavorativo protetto di persone in condizioni di vulnerabilità.