Una prestigiosa vetrina internazionale, il Padiglione Italia dell’expo di Dubai 2020, ospita il progetto Urban Intelligence Science Hub for City Network, finanziato all’interno della programmazione del Piano Operativo Complementare Città Metropolitane, per il quale il Centro Nazionale delle ricerche è beneficiario e soggetto attuatore delle risorse.
Per l’occasione il Responsabile scientifico del progetto, Emilio Fortunato Campana, ha presentato il 14 marzo all’interno della sessione “Land – City – Sea – Scape Intelligence” cosa si intende per “realizzazione di un Gemello digitale di città”. L’intervento dal valore finanziario di quasi 4 milioni di euro, intende riprodurre una replica digitale della struttura cittadina che, attraverso i dati, il machine learning e l’intelligenza artificiale, permette di ottimizzare, innovare, costruire scenari e fornire nuovi servizi, incrementando la partecipazione dei cittadini e sperimentando risposte d’avanguardia in ambiti chiave come la Transizione Digitale, il Green New Deal e l’Economia sociale.
Il paradigma Smart City è sempre più al centro delle politiche di intervento nel campo dei servizi urbani. Un grande slancio che comporta una serie di criticità che rendono necessaria una riflessione su come migliorare e rendere più sistemico il piano di azione. Uno dei grandi problemi che interessano gli applicativi di una Smart City è l’interoperabilità orizzontale delle piattaforme cioè la capacità di tali strumenti digitali di cooperare tra loro e scambiarsi dati e informazioni, anche non omogenei. Nonostante linee guida e standards emanati appositamente in tal senso, soprattutto a livello internazionale, il problema della interoperabilità delle piattaforme in ambito Smart City non è ancora pienamente risolto. Questo introduce inevitabili limitazioni al processo evolutivo di una città digitale. Attraverso il modello di Urban Intelligence e la creazione di un gemello digitale, cuore del progetto, cambia radicalmente l’approccio poichè il sistema di sensori installato nella città reale pur avendo una struttura a strati, ove ogni strato corrisponde ad un sottosistema, è in grado di generare un data lake, un contenitore di big data, che è la fonte unica delle elaborazioni compiute nel gemello digitale, essendo quest’ultimo una vera e propria controparte cyber-fisica dei sottosistemi e delle dinamiche cittadine.
I risultati di questa duplicazione virtuale della città possono essere ricondotti positivamente su tre aspetti:
1) livello strategico di pianificazione urbana e territoriale per individuare e controllare azioni legate alle grandi infrastrutture, alle reti di trasporto e comunicazione, distribuzione di energia a scala vasta.
2) Livello operativo della pianificazione attuativa del progetto urbano con azioni legate alla gestione dei servizi, alla pianificazione del trasporto locale e della mobilità urbana, alla tipologia e al disegno di suolo degli edifici e degli impatti, alla qualità e alla disponibilità di dati acquisiti e aggiornati in tempo reale.
3) Livello emergenziale per la gestione del rischio e della pianificazione di interventi di allerta.
Il progetto Urban Intelligence Science Hub for City Network che sta entrando nella sua fase attuativa e che prevede di concludersi nel 2024 ha coinvolto la città di Catania come “pilota” dell’intero intervento che, in vista della prossima programmazione 21/27 promette di coinvolgere le altre città Poc Metro e non solo.
Una volta completata la fase di applicazione sperimentale del modello di Urban Intelligence, si procederà verso un possibile coinvolgimento delle altre città del POC Metro, attraverso informazioni riguardanti caratteristiche, funzioni e modalità di utilizzo del modello e soprattutto i risultati raggiunti con l’esperienza della Città pilota di Catania. Il progetto assumerà la connotazione di una vera e propria azione di sistema, con la previsione di allargare il campo di azione favorendo una progressiva estensione del modello.