Includere segmenti svantaggiati della società, i più fragili per età, livello socio economico, disabilità, significa mettere in atto una serie di azioni di supporto, che mirino non solo ad una prima assistenza necessaria, ma a ricostruire le condizioni sufficienti per il recupero di una piena autonomia da parte dei soggetti interessati. Il PON Metro persegue questi obiettivi attraverso una duplice modalità: la messa a disposizione di servizi (asse 3) e la rifunzionalizzazione di immobili (asse 4), utili anche all’attuazione dei servizi stessi.
In coerenza con l’obiettivo comunitario di riferimento (OT9) “Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione”, il Programma ha prodotto progettualità attivando interventi multidimensionali di inclusione attiva, percorsi di accompagnamento all’abitare, percorsi di inserimento lavorativo, sociale, educativo e sanitario, servizi a bassa soglia per i senza dimora, iniziative di innovazione sociale, promozione delle pari opportunità, sostegno alla partecipazione attiva della cittadinanza, promozione di un’imprenditoria che genera innovazione e favorisce l’inserimento professionale nelle imprese e nell’economia sociale e solidale, facilitando l’accesso al lavoro.
Il percorso di attuazione del Programma è in buona parte tracciato. Con una spesa rendicontata di oltre 200 milioni di euro di progettualità focalizzate sia nel rafforzamento dei servizi di inclusione sociale, sia nel recupero e realizzazione di alloggi di varia tipologia, da destinare ad attività a valenza sociale, è possibile offrire una panoramica efficace di alcuni risultati che descrivono le azioni messe in campo: circa 100.000 persone sono state prese in carico e coinvolte in azioni inclusive, 669 alloggi realizzati, oltre 80.600 mq di spazi recuperati da adibire a servizi a valenza sociale, oltre 61.800 persone supportate attraverso azioni di contrasto alla Pandemia, delle quali il 60% è composto da donne in condizioni di fragilità.
Il Pon Metro nasce “sociale ed inclusivo”ed in vista della prossima programmazione 21-27 rafforzerà questa sua identità e la vocazione verso un’ “Europa più sociale”, puntando al miglioramento dell’accesso all’occupazione e del lavoro autonomo, e alla realizzazione di progetti anche di ambito territoriale, che prevedono integrazione tra fondi, Fesr e Fse. Un tema già presente nella attuale programmazione che ha consentito l’intervento su ambiti critici del territorio con la rivitalizzazione di quartieri, come l’esperienza milanese delle progettualità di Lorenteggio e Quartieri connessi dimostra, o l’azione sulla periferia di Torino, e per citare una città del sud la realtà di Palermo, che ha individuato aree di azione anche al di fuori dei confini amministrativi del Comune.
L’esperienza di questa prima programmazione dedicata alle 14 città metropolitane consente di individuare e capitalizzare dei fattori abilitanti all’azione del Programma: una Governance efficace; la presenza di una strategia dell’amministrazione e di strategie di quartiere nate dal basso con percorsi di partecipazione attiva della cittadinanza; un’attività pianificata di innovazione sociale sia nella identificazione degli interventi che nella realizzazione di idee progettuali idonee ai fabbisogni rappresentati; l’utilizzo di nuove forme di cooperazione come il partenariato pubblico privato e il ricorso a finanziamenti integrati attraverso modalità di civic crowfunding; la valorizzazione della collaborazione con il Terzo settore e gli ambiti dell’associazionismo pubblico e privato ed infine un necessario supporto alla capacità amministrativa attraverso un affiancamento costante.