E’ tempo di risultati per i 15 progetti finanziati dal Pon Metro e avviati dal Comune di Torino tramite Torino Social Factory, la misura dell’Assessorato all’Innovazione della Città di Torino per supportare progetti di innovazione sociale promossi dal terzo settore a beneficio dei quartieri più fragili della città. “Non di Solo Pane” è ideato e realizzato da Panacea Social Farm, una cooperativa sociale che produce pane e promuove agricoltura sostenibile e alimentazione sana, utilizzando solo pasta madre e farine non raffinate. Attualmente il gruppo di lavoro si compone di 15 persone di 8 nazionalità diverse che lavora nel contesto di Via Baltea 3, presso un hub multiculturale gestito dalla cooperativa Sumisura, negli anni diventata un luogo di aggregazione e di riferimento per gli abitanti di Barriera di Milano, dove ha sede il laboratorio e il forno di Panacea.
Grazie alla progettualità del Pon Metro, che nell’ambito degli interventi previsti sull’Asse 3 del Programma, relativamente ad azioni che hanno lo scopo di includere socialmente target in difficoltà, rigenerando quartieri periferici e disagiati anche attraverso nuove realtà imprenditoriali, sono stati attivati anche percorsi di formazione e accompagnamento. C’è chi ha avuto necessità di imparare l’italiano, o nozioni di matematica per orientarsi con le ricette, utile per la comprensione e la preparazione di prodotti da forno, o chi è stato supportato ad accedere ai servizi a disposizione come quello di sostegno alla salute.
L’obiettivo di partenza del progetto, l’assunzione di due risorse prima in apprendistato e poi in formula definitiva, è stato raggiunto ad appena due anni dall’inizio delle attività. Sono stati inoltre avviati 15 tirocini formativi nei tre ambiti di produzione (pasticceria, pane, pizza), e organizzati 5 workshop aperti alla cittadinanza dedicati alla panificazione e alla pasticceria, 10 incontri dedicati ai servizi medici di base (svolti in collaborazione con il partner di progetto Comitato di Collaborazione Medica), 52 pranzi sociali, attività di orientamento e di accompagnamento alla ricerca di lavoro.
Attraverso un’attività imprenditoriale, giovani immigrati e rifugiati, tramite un supporto di formazione e accompagnamento al mondo del lavoro, sono ora lavoratori autonomi che hanno acquisito non solo una professionalità ma sono testimoni di una realtà in cui la rete sociale del quartiere ha prodotto una rigenerazione sana e integrata.