Il PON Metro in questo ciclo di programmazione ha focalizzato i propri interventi su ambiti come la trasformazione digitale, la sostenibilità dello sviluppo e l’inclusione sociale, che rappresentano anche i punti cardine del Next generation EU e del prossimo ciclo di programmazione per un’ Europa più ecologica, digitale e resiliente.
Includere segmenti svantaggiati della società, i più fragili per età, livello socio economico, disabilità, significa mettere in atto una serie di azioni di supporto, che mirino non solo ad una prima assistenza necessaria, ma a ricostruire le condizioni sufficienti per il recupero di una piena autonomia da parte dei soggetti interessati. Il PON Metro persegue questi obiettivi attraverso una duplice modalità: la messa a disposizione di servizi (asse 3) e la rifunzionalizzazione di immobili (asse 4) utili anche all’attuazione dei servizi stessi.
La dotazione finanziaria che il Programma ha messo a disposizione delle città, relativa all’ Inclusione Sociale per l’attivazione di servizi e infrastrutture è di: 369,Meuro (Asse3: 239,4 Meuro+Asse4 129,8Meuro). I progetti in campo attualmente sono 270, avviati anche con il coinvolgimento del Terzo Settore.
Le progettualità prodotte attraverso il programma relativamente ai Servizi di Inclusione sociale afferenti all’Asse 3 e alle Infrastrutture a valenza sociale, Asse 4, hanno attivato interventi multidimensionali di inclusione attiva; percorsi di accompagnamento all’abitare; percorsi di inserimento lavorativo, sociale, educativo e sanitario; servizi a bassa soglia per i senza dimora; iniziative di innovazione sociale, attività che hanno riguardato un conseguenziale coinvolgimento e presa in carico di circa 85.000 persone con 531 alloggi realizzati o recuperati.
L’innovativa formula del Programma, che prevede la gestione delle risorse da parte dei soggetti deputati all’erogazione di servizi di inclusione sociale, ha facilitato la sperimentazione di modalità innovative di intervento facilitando l’integrazione delle politiche di inclusione coinvolte, l’attivazione di processi migliorativi della governance amministrativa della PA, la riorganizzazione dei servizi e del rafforzamento delle reti attive alla risoluzione di problematiche sociali.
Un esempio di progettualità che le città metropolitane hanno attuato per contrastare il disagio abitativo, è l’avvio delle Agenzie Sociali per la Casa o il rafforzamento di quelle già esistenti (ad esempio allargando il servizio all’area metropolitana). In questo ambito è importante sottolineare, tra le attività portate avanti nella implementazione della Agenzia Sociale per la casa, l’individuazione nel mercato alloggiativo privato di possibili risposte alle problematiche di accesso alla abitazione.
Nella logica del Pon Metro l’inclusione sociale viene supportata non solo attraverso l’azione housing first, che propone un cambiamento di paradigma nell’affrontare l’esclusione sociale partendo dal riconoscimento del diritto alla casa come diritto di base, da cui ripartire, ma anche finanziando il recupero di immobili e spazi pubblici identificabili come i “luoghi” nei quali si manifestano le azioni dell’Asse 3, con i servizi rivolti alla cittadinanza.
Le 14 città metropolitane stanno portando avanti operazioni finalizzate anche alla ricerca di progettualità innovative e servizi efficienti, individuati per i residenti dai residenti dei quartieri più fragili, tramite il coinvolgimento diretto della cittadinanza, del Terzo Settore, del partenariato di rete, come attori protagonisti di innovazione. A questo proposito in particolare, gli interventi fino ad oggi realizzati attraverso il Pon Metro relativi all’Innovazione sociale intendono favorire una migliore comprensione delle esigenze e delle opportunità, raccogliendo anche i fabbisogni direttamente dai quartieri, talvolta con azioni partecipative dei cittadini, supportando la generazione di idee, sostenendo il loro sviluppo fino ad una fase di start up o rafforzando le realtà già esistenti.