Ripensare le attività in relazione ai nuovi bisogni, spesso vere e proprie emergenze di questi tempi, cercando di dare risposte veloci ed efficaci. A Torino si lavora in questa direzione, per quanto possibile rafforzando e indirizzando gli interventi per supportare le tante problematiche sociali che la pandemia ha amplificato.
La portineria di Comunità è uno dei progetti Pon Metro di innovazione sociale che fanno parte dell’Asse3 del Programma, Servi di Innovazione Sociale, promossi dal terzo settore, sui quali l’amministrazione comunale investe per attivare meccanismi di inclusione sociale, innescando processi di rigenerazione urbana in aree periferiche ad elevata criticità socio-economica.
Si tratta di una vera e propria portineria, ora solo virtuale ma appena sarà possibile, una volta terminata la quarantena, anche un luogo fisico presso Porta Palazzo, presso la quale sarà offerto un soccorso gratuito, attraverso servizi destinati a famiglie e persone sole. L’iniziativa è nata per favorire l’occupazione e l’inclusione delle fasce più deboli e far risparmiare tempo e denaro. L’offerta dei servizi è ampia: sos informatici con assistenza e lezioni online per rispondere a piccoli problemi quotidiani con operazioni con smart phone, personal computer, trasferimento dati e informazioni in sicurezza; supporto scolastico attraverso insegnanti volontari per scuola materna ed elementare; ricette da tutto il mondo; rimedi e cura estetica attraverso consigli provenienti da tante culture diverse; lezioni di francesce; coro in compagnia; supporto psicologico. Queste sono alcune delle offerte provenienti da una mappatura dei bisogni di quartiere, manifestati dai cittadini stessi.
I servizi saranno offerti dalla Portineria e si potranno richiedere dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16 chiamando il numero di telefono 3478788271, o inviando una mail info@spacciocultura.it. Questo progetto come gli altri supportati attraverso l’Asse 3 del programma definibili come innovazioni sociali, ha come valore aggiunto la capacità di creare connessioni di comunità oltremodo necessarie ora che la pandemia costringe in casa, amplificando solitudini e ingigantendo le criticità di chi ha bisogno di aiuto.