La mobilità a due ruote è ormai una realtà consistente anche nel nostro Paese, decisamente in crescita al nord, in fase ancora iniziale ma progressiva per molte realtà del sud Italia. Direttamente collegato a questo cambiamento di stile di vita, che consente di raggiungere le proprie destinazioni quotidiane in maniera più sana e sostenibile, il successo del bike sharing, che in una città come Milano garantisce un numero di 17600 biciclette a disposizione della cittadinanza (indagine Pon Metro su dati Istat).
Attraverso l’Asse due del Pon Metro dedicato alla Sostenibilità dei Servizi pubblici e della mobilità Urbana, la città di Milano ha realizzato nuovi stalli per le biciclette in Piazza Duomo per sopperire all’incremento dei mezzi di bike sharing che i milanesi utilizzano per lo più in ingresso o in uscita dalla metropolitana. Il bike sharing ha come funzione primaria nel trasporto pubblico locale il compito di facilitare l’ultimo miglio, cioè il collegamento diretto fra il punto di arrivo del trasporto pubblico portante (treno, metrò, tram, bus) e la propria abitazione, il proprio luogo di lavoro.
Con il progetto Aree per la mobilità ciclabile il Pon Metro mette a disposizione € 1.800.500,00 per la realizzazione di circa 28 stazioni per il bike sharing e l’ampliamento di 7 stazioni. Il progetto integra e arricchisce il sistema di bike sharing BikeMi già esistente sul territorio cittadino, mediante la realizzazione di nuove aree ed il contestuale ampliamento delle stazioni bikeMi esistenti in centro città, con moduli aggiuntivi per l’ancoraggio delle bici. A seguire dopo le nuove installazioni di Piazza Duomo, concluderanno i lavori anche i cantieri previsti sulla piazza verso Corso Vittorio Emanuele e Piazza Cordusio.
Attraverso la messa in atto di questi interventi orientati alla ciclabilità lenta si intendono incrementare le connessioni fisiche tra i quartieri periferici e il resto della città, tra ambiti territoriali all’interno di un medesimo quartiere, e in prospettiva tra i quartieri periferici milanesi e i quartieri dei comuni di prima cintura. L’intervento è quindi volto in generale a favorire la coesione sociale per la globalità dei cittadini.