Traguardo raggiunto e superato. Con una spesa certificata di oltre 125 milioni di euro il PON Metro mantiene gli impegni presi con la Commissione europea e supera il primo target di spesa al 31/12/2018, N+3 per gli addetti ai lavori, dell’importo di circa 119 milioni di euro, che definisce una soglia di spesa che deve essere rispettata a tre anni dall’adozione del Programma.
Un risultato che può apparire scontato, ma se si analizzano le criticità iniziali, una per tutti la messa a sistema di oltre 450 progetti (dei quali attualmente 273 mostrano una spesa attiva e la cui attuazione dipende dal lavoro di 14 Organismi Intermedi) rappresenta con un po’di enfasi la quadratura del cerchio. Se poi si considera che l’importo della spesa certificata avrebbe comunque superato anche la soglia antecedente la rimodulazione finanziaria, che ha comportato la riduzione della dotazione complessiva del Programma, può ritenersi condivisa la soddisfazione dello staff, dall’Autorità di Gestione alle Autorità Urbane e tutti gli uffici competenti delle città Metropolitane.
Per Giorgio Martini, Autorità di Gestione del PON Metro, “sono state affrontate e superate le criticità iniziali, relative all’avvio di una macchina complessa e al suo primo ciclo di programmazione, che coinvolge attivamente amministrazioni comunali verso cui si è costruito know how quotidianamente che si confronta con la complessità della macchina amministrativa. I primi due anni di lavoro sono stati dedicati per lo più ad attività di governance inevitabili: strumenti, regole, relazioni, processi e sistemi finalizzati al raggiungimento di una gestione efficiente”.
La novità assoluta del PON Metro rispetto al funzionamento di tutti gli altri Programmi Operativi Nazionali sta nella ripartizione della dotazione finanziaria che, a seguito della firma di un atto di delega, è distribuita direttamente alle 14 città: 90 milioni di euro per ciascuna città del Sud e 40 milioni per quelle del Centro Nord e Sardegna. Ciò comporta un’autonomia di programmazione delle risorse e di spesa di cui le città sono responsabili, resa possibile solo a seguito di un percorso di “co-progettazione strategica” che, seppur articolato e con tempi più complessi, ha permesso di concerto con le Autorità Urbane, di selezionare azioni integrate volte al miglioramento qualitativo e all’efficienza dei servizi urbani con riguardo alle fasce più svantaggiate della popolazione, inserendosi nell’agenda urbana nazionale e di sviluppo urbano.
“Siamo solo al punto di partenza ed il cammino è lungo – prosegue Giorgio Martini – ma sono soddisfatto per l’impegno e la qualità del lavoro offerti dalle città che, in maniera diversa hanno acquisito una competenza che certamente porterà ad un rafforzamento dell’impatto degli interventi del programma sui territori”.
Il quadro dell’andamento per Asse offre situazioni diverse. Più forte la spinta dell’Asse 2, Sostenibilità dei servizi pubblici e della mobilità urbana, con una spesa di oltre 77 milioni di euro, sulla quale hanno inciso in maniera significativa gli interventi relativi al trasporto pubblico locale che – prosegue Martini – insistono fortemente sulla qualità della vita dei cittadini e ben si inseriscono nella strategia dell’Asse 2 che comprende azioni e progettualità attraverso le quali il cittadino tocca con mano l’innovazione: illuminazione pubblica sostenibile, risparmio energetico degli edifici pubblici, infomobilità e sistemi di trasporto intelligenti, mobilità lenta, corsie protette e intermodalità”.
Quanto all’Asse 1, Agenda Digitale, attraverso cui si realizzano sistemi informativi interoperabili e cloud oriented, replicabili per le città metropolitane e disponibili anche ai comuni di cintura (1/3 della popolazione italiana), la spesa che si attesta sui 29 milioni di euro è stata determinata da un lavoro costante e produttivo sul quale – afferma Martini – “ha inciso positivamente la possibilità di acquistare servizi attraverso stazioni appaltanti con forniture centralizzate ed una conseguente standardizzazione dell’offerta d’acquisto che ha velocizzato i tempi”.
Le performance di spesa dell’Asse 3 e 4 sono strettamente connesse e registrano rispettivamente un importo di 24 e 13 milioni di euro. Il programma prevede infatti un vincolo importante per il quale le azioni di recupero e realizzazione di alloggi e immobili da destinare ad Infrastrutture per l’inclusione sociale (Asse 4), siano accompagnate da Servizi per l’inclusione Sociale (Asse 3), volti a favorire l’integrazione socioeconomica di comunità emarginate, migliorare l’accesso ai servizi sociali, di pronto intervento e d’interesse generale, supportare l’inclusione e la partecipazione attiva di soggetti svantaggiati.
“Siamo al lavoro – continua Martini – per superare le criticità incontrate nell’attuazione sinergica di questi interventi relativi ad ambiti diversi: infrastrutture per le politiche abitative e servizi di inclusione sociale, solitamente affrontati con politiche distinte e competenze separate”.
L’Asse 5 infine, dedicato all’Assistenza Tecnica, ha prodotto una spesa di oltre 6 milioni di euro a supporto dei processi di attuazione del Programma.
“La soddisfazione del raggiungimento del target non ci distoglie da un’analisi lucida delle criticità – conclude Martini – i progetti sostenuti attraverso il PON Metro hanno un impatto visibile sulle nostre città. Anche quando non coinvolgono finanziamenti importanti innescano circuiti virtuosi e un cambio di mentalità che speriamo crei ulteriore fiducia verso lo sviluppo urbano come driver di innovazione”.