Come le politiche dell’Unione Europea ed in particolare la politica di coesione possano affrontare le sfide del futuro, migliorando le condizioni dei suoi cittadini, è il tema dibattuto nell’ambito del 7° Forum della Coesione che si conclude oggi a Bruxelles, organizzato con cadenza triennale, a cui partecipano autorità nazionali, regionali, rappresentanti di istituzioni, e tutti gli attori coinvolti nelle programmazioni europee.
Attualmente attraverso gli interventi compresi all’interno della “politica di coesione”, centinaia di migliaia di progetti in tutta Europa ricevono finanziamenti attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (il Fondo di coesione è destinato gli Stati membri dell’UE con un PIL inferiore al 90 % rispetto alla media UE a 27, senza considerare la Croazia).
Attraverso il raggiungimento di 11 obiettivi tematici, a sostegno della crescita per il periodo di programmazione 2014-2020, l’Unione Europea mette a disposizione uno strumento di investimento per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva utilizzando dei fondi diretti a sostenere occupazione, innovazione, istruzione, inclusione e a favorire il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio.
Nell’ambito del settimo Forum si riflette su quanto sta ancora accadendo ma si guarda al futuro, verso un’Europa più competitiva, inclusiva e resiliente, in grado di affrontare con decisione i temi rilanciati dal Libro bianco sul futuro dell’Europa che contiene “Riflessioni e scenari per l’UE a 27 verso il 2025”.
Il Ministro per la Coesione Territoriale, Claudio De Vincenti ha espresso chiaramente la posizione italiana sul prossimo futuro post 2020, definendo “le politiche di coesione indispensabili per realizzare l’ideale della cittadinanza europea”. Quanto alla possibilità di riduzione delle risorse anche a fronte della Brexit, il Ministro ha sottolineato come il quadro finanziario vada invece sostenuto prevedendo “risorse ulteriori dedicate alle nuove esigenze comuni: gestione dei flussi migratori, lotta al cambiamento climatico, difesa e sicurezza”.
A conclusione del suo intervento, il Ministro De Vincenti ha sottolineato quanto “il rispetto delle regole dello Stato di diritto, e in particolare quella del principio di solidarietà tra Paesi nella gestione dei flussi migratori, sia la precondizione necessaria per l’utilizzo di risorse europee da parte di ogni Paese membro”.